mercoledì 4 marzo 2009

Sciopero virtuale e posti di lavoro persi

Molti anni fa, sicuramente prima del 2004, il mio Direttore Generale aveva proposto lo sciopero virtuale di cui sentite parlare oggi.
Oggi il problema prioritario del Governo è la campagna elettorale, le riforme verranno dopo.
Franceschini cavalca l'onda lunga dei posti di lavoro persi. Arriveranno a 600.000? Se ad aprile-maggio arrivassero a 300.000 allora l'Italia richierebbe il default.
Che significa tutto ciò? Che avremo 300.000 contribuenti in meno con migliaia di imprese in meno. E ancora ancora saranno quelli che finanzieranno gli ammortizzatori sociali.
Stiamo entrando in un circolo vizioso: povertà che generà povertà.
La colpa non è della Marcegaglia che fa il "corvo", così la definisce Scajola. Anzi, le cifre quotidiane danno ragione alla Marcegaglia.
Epifani, come Franceschini, cavalca la tigre che il Governo non doma perchè impegnato nelle campagne elettorali. Troppo tardi per la regolamentazione dello sciopero, il pensionamento a 65 anni per le donne, la social card, il sostentamento ai disoccupati.
Troppo tardi. Siamo arrivati al point of no return.

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