Dichiarazione scritta sulla libertà di esposizione in luoghi pubblici di simboli religiosi rappresentativi della cultura e della identità di un popolo
Il Parlamento europeo,- visto l'articolo 123 del suo regolamento,
- considerando che l'esposizione del crocifisso o di altri simboli religiosi nelle aule scolastiche, nei tribunali, negli uffici pubblici, nelle sedi istituzionali o nelle aule municipali rappresenta una consuetudine ed una tradizione propria di molti Paesi europei,
- evidenziando che l'esposizione in luoghi pubblici del simbolo della religione cristiana, o di immagini che si richiamino ad altre religioni, non intende rappresentare né una imposizione circa la libera scelta religiosa che appartiene a ciascun individuo, né tanto meno un riferimento di carattere cultuale o catechetico,
- considerando che, a tal proposito, un recente pronunciamento della Corte europea per i diritti dell'uomo di Strasburgo ha definito la presenza del crocifisso nelle aule scolastiche italiane "una violazione del diritto dei genitori ad educare i figli secondo le loro convinzioni", e che ciò è apparso in contrasto con l'identità culturale italiana, fortemente influenzata dalle radici cristiane che sono a fondamento della storia e della tradizione dei popoli,
- chiede di riconoscere il pieno diritto di tutti gli Stati membri ad esporre anche simboli religiosi all'interno dei luoghi pubblici o delle sedi istituzionali, laddove tali simboli siano rappresentativi della tradizione e dell'identità di tutto il Paese, e dunque elementi unificanti dell'intera comunità nazionale rispettosi dell'orientamento religioso di ciascun cittadino;
- incarica il suo Presidente di trasmettere la presente dichiarazione, con l'indicazione dei nomi dei firmatari, al Consiglio, alla Commissione e ai Parlamenti degli Stati membri
martedì 8 dicembre 2009
Esposizione del crocifisso e UE
Ha suscitato clamore la sentenza della Corte europea per i diritti dell'uomo di Strasburgo. A seguito di questa sentenza il 23 novembre 2009 un gruppo di parlamentari europei italiani, tra cui Magdi Cristiano Allam, hanno presentato la seguente dichiarazione scritta:
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